Vicinato troppo affollato!

Vicinato troppo affollato!

In Francia se ne sono già accorti! I punti vendita di vicinato sono troppi. A causa della crisi dell’ipermercato, i gruppi francesi si sono affrettati negli anni passati ad aprire superette, piccoli supermercati e discount. Questa scelta ha pagato. Solo per fare un esempio, ne abbiamo parlato a suo tempo su Agra, nei bilanci degli ultimi anni i margini nella gestione di Carrefour sono venuti proprio dai punti vendita di vicinato. Ma oggi? Le cose sono cambiate, tanto che la stessa Carrefour nell’era Bompard (l’ex ceo di Fnac al quale è stato affidato il compito di rilanciare il gruppo francese) ha deciso di cedere gli ex punti vendita Dia (vedi articolo in questo numero). Da ultimo il gruppo Casino ha ridotto la sua rete di Leader Price da 415 a 143 pdv.

E in Italia? Ancora non se ne parla, ma che i punti vendita di vicinato siano troppi è un dato acquisito. Tra discount (oltre 5.000), superette (circa 12.000) e alcune migliaia di piccoli supermercati sotto i 600 metri quadrati, nel nostro Paese sono presenti intorno ai 20.000 punti vendita.

Nella corsa al vicinato si distinguono praticamente tutti i gruppi della Gdo, da Conad a Coop, dal Gruppo Pam alle insegne della distribuzione organizzata che, in effetti, da sempre hanno presidiato il canale delle superette e i discount.

Certamente questi punti vendita assolvono la funzione di rapportarsi a una popolazione che invecchia e con nuclei familiari ridotti, ma il problema è che stanno diventando troppi! Solo come esempio, in un raggio di 500 metri intorno al nostro ufficio ci sono 3 Tuodì, 1 supermercato Elite, 1 superette Coop, 1 piccolo supermercato Conad, 1 superette Gros, 1 superette Crai, 3 Carrefour, 1 In’s e a vedere le loro casse, spesso desolatamente vuote, non sembra che vadano tutti bene.

Ma non sono solo troppi, ma anche in qualche modo omologati: assortimenti simili, promozioni continue, scarsi elementi di differenziazione. Guardando dall’esterno lo sviluppo della distribuzione negli ultimi anni sembra che, salvo rare eccezioni, tutti i grandi gruppi seguano il format del momento. Prima l’ipermercato, e tutti hanno fatto a gara per inaugurare iper sempre più grandi, poi arriva Lidl con i suoi discount, e tutti a lanciare insegne discount (molte delle quali presto dismesse).

Eppure anche nel vicinato ci sarebbe la possibilità di differenziarsi. Scarsi e con poca convinzione sono stati fino ad oggi i tentativi di orientare i pdv verso il convenience, format peraltro molto diffuso all’estero dove all’offerta a libero servizio si accompagna la presenza di prodotti di pronto consumo (ampio assortimento di sandwich, insalate, macedonie, frullati e centrifugati di frutta e verdura, zuppe da riscaldare in forni a microonde da consumare in loco in spazi appositamente allestiti dopo la barriera casse). Anche i supermercati automatici (vedi in questo numero gli Auchan Minute) fino ad oggi in Italia sono praticamente assenti, come anche pdv specializzati in prodotti freschi e ultrafreschi.

Sergio Auricchio

auricchio@agraeditrice.com