Vino: i consumi si spostano verso la Cina che sarà leader nel 2027

La domanda favorirà sul prezzo i produttori del nuovo mondo. La qualità garantisce ancora Francia e Italia

(AGRA) – Nel 2027 la classifica dei Paesi consumatori di vino vedrà l’ascesa al primo posto della Cina che, quinta nella classifica dei consumi del 2013, scalzerà gli Stati Uniti che slitteranno al secondo posto. A seguire perderanno una posizione anche Francia, Italia e Germania. Nella Top 10 dei Paesi consumatori di vino Regno Unito e Russia si scambieranno le posizioni (piazzandosi rispettivamente al sesto e al settimo posto) mentre nelle ultime tre posizioni si confermeranno Argentina, Spagna e Australia.

Lo prevede Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti che in Francia gestisce le garanzie pubbliche all’esportazione per conto dello Stato, secondo il quale anche in Europa la prima posizione della Francia (43,8 litri di vino l’anno pro capite nel 2013), inizia a cedere il passo. In generale in Europa i consumi sono in caduta (-17.000 ettolitri tra il 2003 e il 2013).

Coface prevede che entro il 2027 la domanda maggiore verrà dall’Asia. In Cina la popolarità del vino aumenterà grazie al rafforzamento della classe media che potrebbe triplicare entro il 2022. Si prevede quindi che le importazioni di vino aumenteranno velocemente per rispondere alla crescente domanda. Solo nell’ultimo semestre le importazioni ammontavano a 1,8 miliardi di dollari e 238.000 tonnellate di vino in più, lasciando uno spazio importante per l’acquisizione di quote di mercato.

Nel lungo periodo Coface evidenzia anche il progressivo indebolimento degli esportatori europei. Francia, Italia e Spagna, che sono anche i tre maggiori produttori europei, contano per i due terzi delle esportazioni di vino, in termini di valore e volume, ma a fronte di una produzione in declino, ad eccezione della Spagna dove però la qualità è di un livello inferiore rispetto alle eccellenze di Francia e Italia. E proprio la qualità dei loro vini rende Francia e Italia meno soggette alla competizione con i produttori del nuovo mondo – Cina, Australia, Cile e Nuova Zelanda – che è concentrata su prodotti di livello medio-basso.

La Spagna, pur essendo diventata nel 2014, in termini di volume, il maggior esportatore di vino al mondo, è più vulnerabile di fronte alla concorrenza del nuovo mondo, a causa del posizionamento di gamma medio-bassa della sua linea di prodotti.

In Francia, Italia e Spagna la superficie investita a vite è diminuita (rispettivamente -12%, -20% e -18%), in linea con la tendenza al ribasso della produzione legata alle ristrutturazioni dei vigneti. Tuttavia, la superficie totale in Spagna rimane, in media, più elevata del 35% rispetto a Francia e Italia.

(riproduzione riservata)