Cibo e vino nell’era della post verità

Cibo e vino nell’era della post verità

A dicembre è stato organizzato nella Tenuta di Poggio Casciano della Ruffino un convegno sul tema vino e salute. L’incontro – introdotto dal ceo di Ruffino Sandro Sartor e dal presidente dell’Uiv Antonio Rallo e coordinato dalla giornalista del Corriere della Sera Margherita De Bac – è stato l’occasione per un confronto sul rapporto tra media e informazione nel settore del food&beverage. La stessa Margherita De Bac ha evidenziato come i giornalisti si trovino a confrontarsi con informazioni contrastanti e spesso con fonti che si smentiscono l’una con l’altra.

“Siamo nell’era della post verità – ha sottolineato il dottor Stefano Lorenzetti dell’Istituto Superiore di Sanità – con la diffusione di notizie false, ma che in una società caratterizzata da flussi ininterrotti di informazioni, in forma virale si diffondono”.

Oggi crearsi una chiara visione dei fatti, servendosi solo di argomenti razionali, è sempre più difficile. Cresce invece l’interesse per chi inventa e racconta storie, quindi la post verità sembra essere diventata la chiave per la conquista e per l’esercizio del potere, sia politico sia economico. Quanto questo sia vero lo si è visto in occasione delle elezioni americane e qui da noi nel recente referendum. Ma oltre a questo c’è il problema che la post verità influenza anche la salute (vedi il caso dei vaccini) e l’alimentazione con il susseguirsi di notizie incontrollate, tanto che sul sito de Il Fatto Alimentare è stata istituita una sezione apposita dedicata alle bufale. Per restare al tema dell’incontro, ormai è dimostrato che il resveratrolo contenuto nel vino rosso abbia effetti positivi nella prevenzione di malattie cardiovascolari; da questa evidenza scientifica si è passati però ad affermare che bevendo vino rosso si evitano gli infarti. Giustamente nel corso del convegno è stato fatto notare che per ottenere un effetto significativo si dovrebbero bere alcuni litri al giorno di vino rosso, cosa ovviamente sconsigliata, ma che è possibile integrare gli effetti positivi di un bicchiere di vino rosso con altri alimenti che contengono il resveratrolo, come ad esempio la frutta secca, i mirtilli e altri vegetali, per avere effetti positivi sulla salute. Nell’era della post verità, paradossalmente tornano di attualità le “verità degli antichi” che oggi vengono convalidate dalla scienza; così nel corso dell’incontro è stato ricordato che Ebolo nel 300 avanti Cristo aveva indicato in una epigrafe: “Tre tazze di vino io preparo per gli uomini moderati: una per la salute, che essi verseranno per prima; la seconda per l’amore e il piacere; la terza per il sonno; la quarta tazza non appartiene più a noi, ma alla violenza”. A oltre 2300 anni da Ebolo la ricerca scientifica ha confermato, oltre alla saggezza delle sue parole sul bere responsabile, anche l’influenza del vino sull’Eros; il dottor Nicola Mondaini della Società Italiana di Andrologia ha indicato come un utilizzo moderato del vino abbia influenze positive sulla sessualità sia dell’uomo che della donna. Ma non solo: su Plos One (www.plosone.org) che pubblica ricerche originali riguardanti tutte le discipline di ambito scientifico i cui contenuti sono sottoposti a una verifica preventiva, ad un successivo processo di peer review è apparso uno studio di ricercatori americani dell’Università di Atlanta coordinati dalla dottoressa Liza J. Burton che ha evidenziato in vitro come alcune antocianine della buccia dell’uva utilizzata per la produzione del vino rosso determinerebbero un’autofagia da parte del tumore della prostata confermando altri studi che già orientavano verso un effetto benefico di protezione del vino rosso su questa forma tumorale.

Sergio Auricchio

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