Con la cultura “si mangia”

Con la cultura “si mangia”

Nel senso letterale delle parole

Con la cultura si mangia! Questo è sicuramente vero e non è una novità, confermata da studi che indicano come siano oltre1.500.000 gli occupati nel settore culturale (Symbola 2019). Ma il tema che vogliamo approfondire è che con la cultura “si mangia” intendendo la frase nel senso letterale. Lo spunto per questa riflessione, che sarebbe interessante approfondire con ricerche ad hoc, nasce dalla recente notizia dell’allargamento a 20 delle giornate gratuite nei musei, decisione positiva che va nella direzione di facilitare anche a chi non si lo può permettere l’accesso a musei e gallerie d’arte. Sono andato in una di queste giornate a vedere, citando Jannacci, “l’effetto che fa”. Mi sono recato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, che registrava lunghe code fin dall’apertura. Ma non solo: la caffetteria del museo prima e il ristorante poi sono stati presi d’assalto. È difficile fare un calcolo, ma probabilmente l’incremento degli scontrini e della relativa Iva, a mio avviso, ha compensato ampiamente il mancato incasso del museo in quella giornata. Questo fenomeno potrebbe essere esaltato seguendo l’esempio dei francesi che hanno sempre prestato attenzione ai servizi di ristorazione in musei e bookshop (al Louvre vi sono 15 tra ristoranti e caffetterie) che contribuiscono in maniera significativa alla copertura dei costi di gestione. E ancora: negli ultimi anni si sono sviluppati in tutta la Penisola festival culturali che richiamano decine di migliaia di persone; provate a prenotare un hotel o un ristorante durante il Festivaletteratura di Mantova o il Festivalfilosofia di Modena-Carpi-Sassuolo. Riporto anche una testimonianza diretta: Agra collabora da 6 anni con il suo mensile Leggere:tutti al festival Food&Book di Montecatini Terme; ebbene nel mese di ottobre, di bassa stagione per la città termale, tutti gli hotel e i ristoranti sono sold-out durante la manifestazione.

È interessante notare anche che molti festival si svolgono in piccoli centri che spesso assumono notorietà proprio per l’evento che ospitano. In questi casi avviene che le strutture ricettive della città non siano sufficienti, ma questo invece che un limite può essere un’opportunità per gli agriturismi della zona. Inoltre, da alcuni anni durante il Salone del Camper di Parma, l’Apc (Associazione Produttori di Camper) assegna ai piccoli comuni finanziamenti per la realizzazione di piazzole per i camper; la stessa Fiera di Parma durante il Salone, che registra oltre 130.000 presenze, promuove iniziative e percorsi culturali.

Ma anche nelle grandi città la presenza di strutture e impianti culturali contribuisce a rendere vive zone periferiche, come nel caso del Teatro degli Arcimboldi di Milano che negli anni ha fatto nascere caffetterie e ristoranti. A Napoli, per facilitare l’accesso ai teatri di periferia, da alcuni anni è in funzione il Polibus, una navetta gratuita per andare a teatro.

Un altro aspetto non secondario è l’orario in cui solitamente si svolgono gli eventi culturali, in genere collocati in serata. L’uscita serale per assistere a un concerto, a uno spettacolo, induce consumi nel canale Horeca, ma non solo: rende le città vive e più sicure per tutti.

Sergio Auricchio

auricchio@agraeditrice.com