E’ in arrivo l’inflazione: Agra non dà solo notizie ma le anticipa

E’ in arrivo l’inflazione: Agra non dà solo notizie ma le anticipa

Oggi tutti i quotidiani titolano in prima pagina sul ritorno dell’inflazione, ma l’agenzia Agra già ai primi di aprile, quando praticamente nessuno ne parlava, titolava “… è in arrivo l’inflazione”. Non ci voleva la sfera di cristallo, bastava interpretare quello che stava succedendo. Leggete l’articolo in apertura del numero di aprile in cui si afferma: “per l’Italia … sarà un problema in quanto non si tratta di una inflazione che nasce dalla crescita della domanda sollecitata dai consumi, ma di una inflazione che trova origine nei costi delle materie prime, di cui il nostro Paese è importatore netto”.

Rincaro dei noli marittimi, aumenti delle materie prime: è in arrivo l’inflazione!

Sembra un paradosso, l’economia a causa del Covid ristagna, calano i consumi a livello globale ma cresce l’inflazione. Nell’ultimo anno il prezzo del petrolio è aumentato del 25%, anche se a marzo è leggermente ripiegato; il rame è ai livelli massimi degli ultimi otto anni; la quotazione dei semiconduttori è cresciuta dall’inizio dell’anno del 25%; è in salita il prezzo dell’acciaio (il tondo per il cemento armato è cresciuto del 45% a gennaio) tanto da indurre il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, a scrivere preoccupato a Draghi. Anche cereali e soia sono in forte rialzo: per i primi, da dicembre a febbraio si è avuta una crescita del 20%, mentre i semi di soia nel mese di marzo a Milano hanno raggiunto la quotazione record di 556 euro/t. I produttori di pallet sono in allarme per l’aumento del prezzo del legname del 30% dall’ultimo trimestre (il costo del legname rappresenta il 70% del costo del pallet). E ancora il prezzo dei microchip è aumentato del 30% da inizio anno.

A queste difficoltà se ne aggiunge un’altra indotta dalla pandemia: in Cina non si trovano container per il trasporto delle merci e nello stesso tempo è difficile reperire anche le navi per il trasporto, tanto che i prezzi dei noli sono schizzati alle stelle. Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat segnala che l’indice nazionale dei prezzi a febbraio è cresciuto dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Si dirà, non sono aumenti preoccupanti, ma le cose non stanno proprio così! Innanzitutto la crescita dei prezzi delle materie prime non si trasferisce immediatamente sui prezzi dei prodotti finiti. Inoltre, oggi ci troviamo con l’economia bloccata dalla pandemia e appena ripartirà in Europa con i fondi del Recovery plan (ma sicuramente gli Stati Uniti, grazie all’iniezione di 1.900 miliardi di dollari approvata dal governo Biden, anticiperanno nella ripartenza il Vecchio Continente) è prevedibile che l’inflazione farà registrare una forte crescita. Per l’Italia questo potrà essere un problema, in quanto non si tratta di un’inflazione che nasce dalla crescita della domanda sollecitata dai consumi, ma di un’inflazione che trova origine nei costi delle materie prime di cui il nostro Paese è importatore netto. Un altro problema che si aggiunge ai tanti che già abbiamo.

(Agenzia Agra n. 4 12 Aprile 2021)