I Carabinieri sequestrano alla Italian Food 4.500 tonnellate di pomodoro falso made in Italy

I Carabinieri sequestrano alla Italian Food 4.500 tonnellate di pomodoro falso made in Italy

Il prodotto veniva realizzato utilizzando grandi percentuali di pomodoro concentrato extra-Ue miscelato a dosati quantitativi di semilavorati di pomodoro italiano

(AGRA) – Quasi 4.500 tonnellate di pomodoro fatto passare come made in Italy sono state sequestrate dal Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, coadiuvato dai militari delle Unità dell’Arma Territoriale e Forestale, nello stabilimento produttivo e nel deposito della Italian Food Spa – Gruppo Petti, azienda che opera nel settore conserviero e della trasformazione agroalimentare, a Venturina Terme e a Campo alla Croce di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno.

Il provvedimento di perquisizione e sequestro è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Livorno nell’ambito di un procedimento penale a carico di sei soggetti indagati per concorso in frode in commercio.

Nel dettaglio, l’operazione “Scarlatto” ha portato al sequestro di 3.500 tonnellate circa di conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e brick – già confezionate ed etichettate come “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 100% toscano” e pronte per la commercializzazione – e di 977 tonnellate circa di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza estera (extra-Ue) in fusti e bidoni, per un totale di 4.477 tonnellate e un valore commerciale di almeno 3 milioni di euro.

Il prodotto confezionato e pronto per la commercializzazione, quantificabile in milioni di pezzi, era custodito nei depositi coperti dell’azienda, mentre le diverse migliaia di fusti e cassoni di semilavorato e concentrato di pomodoro estero erano stoccate principalmente su un piazzale esterno nell’area dello stabilimento.

Il provvedimento eseguito scaturisce da un’articolata indagine, finalizzata al contrasto delle frodi nel settore agroalimentare, avviata nel gennaio scorso dalla Sezione Operativa Centrale del Reparto Operativo del comparto di specialità dell’Arma, coordinata dalla Procura di Livorno.

Le indagini, con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e corroborate da riscontri provenienti da reiterati servizi di osservazione, hanno documentato come gli indagati, agendo nei diversi ruoli dell’organigramma aziendale, avessero posto in essere la sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro – principalmente passata di pomodoro di vario tipo e formato con il marchio della nota azienda – falsamente etichettate quale “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 100% toscano”, destinate poi alla Grande distribuzione organizzata per la vendita al dettaglio al consumatore finale sul territorio nazionale.

Il prodotto veniva realizzato utilizzando rilevanti percentuali (variabili) di pomodoro concentrato estero (extra-Ue) miscelato a dosati quantitativi di semilavorati di pomodoro italiano.

I Carabinieri hanno colto in flagrante gli addetti nell’area di lavorazione mentre effettuavano l’operazione, risalendo poi alla linea di imbottigliamento ed etichettatura e rinvenendo migliaia di bottiglie di passata prodotte dall’inizio del turno di lavoro giornaliero.

Sotto sequestro anche consistente documentazione contabile, amministrativa e di laboratorio, cartacea e su supporto informatico, di valenza investigativa: in particolare schede di produzione ufficiose e manoscritte, dalle quali si evince chiaramente il disegno fraudolento, cioè l’attribuzione al prodotto di caratteristiche di origine e composizione diverse da quelle reali.

Contestualmente, gli ispettori dell’Icqrf (Ispettorato Centrale Tutela Qualità e Repressione Frodi) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, hanno effettuato campionamenti sia del prodotto semilavorato sia di quello già confezionato ed etichettato, per le analisi di laboratorio.

I Carabinieri hanno anche accertato l’inottemperanza dell’azienda a un decreto dello scorso marzo che disponeva la sospensione delle attività produttive presso lo stabilimento di Venturina Terme per reiterate violazioni di natura ambientale e la realizzazione in quell’area di un manufatto di circa 4.000 mq in assenza di concessione edilizia.

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