Industria, idee per la ripartenza in un libro a cura della Sapienza

Industria, idee per la ripartenza in un libro a cura della Sapienza

Centrale il trasferimento di tecnologie e innovazioni dalle filiere alle imprese tramite il digitale

(AGRA) – È stato pubblicato da poco più di due mesi il libro Industria, Italia – Ce la faremo se saremo intraprendenti (disponibile free a questo link: http://www.editricesapienza.it/sites/default/files/6010_Gallo_Industria_Italia.pdf) che oggi diventa di particolare attualità in vista delle scelte su come impiegare i finanziamenti del Recovery Fund e soprattutto su come uscire dalla crisi economica provocata dalla pandemia.

Un team multidisciplinare di 23 docenti di 6 diverse facoltà dell’Università La Sapienza, guidato da Riccardo Gallo, ha realizzato uno studio dettagliato di ogni settore dell’industria italiana. L’obiettivo è stato quello di capire il modo in cui i vari comparti dell’economia italiana, tra cui l’agroalimentare, la logistica, la moda, l’arredamento… hanno reagito alla crisi del 2008 per trovare similitudini con l’attuale recessione imposta dal Covid. Dallo studio emergono diverse categorie di settori: chi è stato in grado di recuperare prima i livelli pre-crisi 2008 (alimentare, chimica, elettrodomestici, elettronica, farmaceutica e cosmetica, meccanica), chi ha avuto necessità di tempi più lunghi e chi come l’industria del petrolio a distanza di 12 anni non c’è riuscita.

Il Covid non ha fatto altro che ampliare e accelerare cambiamenti che erano già in atto. A testimonianza di ciò, basti notare che già a dicembre 2019, ben prima dello scoppio della pandemia, la produzione industriale era apparsa in lenta e progressiva discesa rispetto ai due anni precedenti in cui, viceversa, grazie a Industria 4.0 (poi di fatto disattesa dal governo successivo), si era registrata un’interessante crescita. Gli autori mettono in luce, in un libro veramente da leggere e studiare, che sono già presenti segnali della fine o almeno dell’attenuazione della Globalization age, il che renderà la situazione più difficile rispetto a come siamo usciti dalla crisi del 2008, quando il Paese ha superato con l’export carenze e squilibri interni. Inoltre, i cambiamenti del modo di vivere che il lockdown ha imposto, in parte si consolideranno anche dopo la pandemia (smart working, viaggi). E allora che fare? Su quali asset puntare per riprendere la strada dello sviluppo? La risposta alla crisi secondo gli autori non dovrà però passare da indennizzi a pioggia, ma attraverso un grande piano di innovazione a tutto campo e trasferimento tecnologico attraverso investimenti pubblici mirati alla diffusione nei territori e nelle piccole e medie imprese delle nuove tecnologie.

Riccardo Gallo, presentando il libro, suggerisce nell’immediato la realizzazione di un progetto, inizialmente a carico dello Stato, di trasferimenti di tecnologie dalle filiere alle imprese industriali tramite il digitale. Il trasferimento si attuerebbe attraverso la formazione di tecnici (vengono chiamati “missionari tecnologici”). Di concerto con la testa di ciascuna filiera prioritaria (pubblica o privata), un organismo competente e già operante farebbe formazione per un certo tempo a tecnici, selezionati rigorosamente. Una volta addestrati, verrebbero inquadrati in una struttura pubblica e transitoria, alla stregua di venditori, in una vera e propria rete commerciale, visiterebbero le piccole e medie imprese partecipanti, offrendo loro le tecnologie di volta in volta più adatte.

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