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La mucca pazza ricompare in Canada: importazioni bloccate in Asia
Dopo un allarme in Brasile, a fine 2021 riscontrato un caso di variante atipica anche nel Paese nordamericano
(AGRA) – La scoperta di un focolaio di Bse, l’encefalopatia spongiforme bovina, ha bloccato le esportazioni di carni bovine dal Canada ad alcuni mercati asiatici, in particolare verso la Cina, la Corea del Sud e le Filippine.
Il caso, relativo a una variante atipica, di tipo H, peraltro già rilevata in Brasile nel 2021 – era stato segnalato lo scorso mese di dicembre ad Alberta, città da cui partì anche la grave crisi del 2003 che portò al blocco delle importazioni di carni bovine dal Canada in 40 Paesi. Un provvedimento che ha generato un danno di circa 5 miliardi di dollari canadesi che ha fatto scivolare il Paese nordamericano dalla terza posizione nell’export mondiale di carni bovine del 2002 all’ottava nel 2021.
Il Canada – dove un caso di mucca pazza non si registrava dal febbraio 2015 – era stato appena dichiarato a rischio trascurabile di Bse dall’Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie).
Al momento, altri importanti mercati di esportazione per la carne bovina canadese, quali Vietnam e Giappone in Asia e Stati Uniti e Messico in America, non hanno bloccato gli acquisti. Il valore delle esportazioni nei tre mercati asiatici che hanno invece imposto lo stop alla carne bovina canadese è pari a oltre 270 milioni di dollari canadesi l’anno, per la maggior parte in Cina (170 milioni), seguita da Corea del Sud (90 milioni) e dalle Filippine (13 milioni).
Le autorità sanitarie canadesi, così come avevano fatto quelle brasiliane lo scorso anno, affermano che la variante atipica di tipo H della Bse non deriva dall’impiego di farine animali nell’alimentazione dei bovini e che non è trasmissibile all’uomo tramite il consumo di carni di mucche infette. Attualmente però, in attesa di approfondimenti scientifici, certezze non sembrano essercene.
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