Pernigotti: al Gruppo Optima il ramo d’azienda dei preparati per gelati, ma si parla di esuberi

Pernigotti: al Gruppo Optima il ramo d’azienda dei preparati per gelati, ma si parla di esuberi

Saltato l’accordo per la cessione a Giordano Emendatori, così come quello con la Spes per cioccolato e torrone. Preoccupazione dei sindacati

(AGRA) – A differenza di quanto annunciato lo scorso agosto – cessione alla cooperativa Spes del ramo d’azienda cioccolato e torrone e all’imprenditore Giordano Emendatori dei preparati per gelati – il management della Pernigotti si è presentato al tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo economico annunciando la cessione del ramo relativo ai preparati per i gelati del marchio Pernigotti Maestri Gelatieri Italiani al Gruppo Optima, leader mondiale nella produzione di ingredienti per il gelato.

Alla base della decisione della Pernigotti di non procedere alla definizione degli accordi preliminari sottoscritti con Spes ed Emendatori c’è la prospettiva di avviare una partnership di lunga durata con il gruppo Optima.

La Pernigotti ha sottolineato, inoltre, che l’accordo con Optima potrà garantire nuove risorse per l’azienda, grazie alle quali rilanciare gli investimenti per avviare un ammodernamento degli impianti del sito di Novi Ligure e continuare a produrre cioccolati e torroni. Riguardo ai lavoratori, è stato annunciata una riorganizzazione che possa contare su diversi strumenti, a partire dagli ammortizzatori sociali, per rendere economicamente sostenibile lo stabilimento. L’azienda ha infine annunciato che presenterà nel dettaglio il nuovo piano industriale entro il mese di ottobre.

Nel corso del tavolo, i rappresentanti del Gruppo Optima hanno evidenziato la strategicità della scelta di acquisire dalla Pernigotti il ramo gelati e il relativo brand, in quanto permette di puntare su un marchio storico del Made in Italy, con numerosi prodotti di alta qualità. Optima ha inoltre annunciato di voler puntare molto sull’innovazione del prodotto in vista di una crescita internazionale che può già contare su un’importante rete commerciale.

Pernigotti rimane titolare del marchio Pernigotti 1860 e mantiene la proprietà dello stabilimento di Novi Ligure (Alessandria) dove la produzione di preparati per gelato, cioccolato, praline e torrone è già ripartita.

Subito dopo l’annuncio dell’accordo con il Gruppo Optima è però arrivato quello di 25 esuberi sul totale dei 70 dipendenti (altri 50 sono interinali e non considerati nel piano di esuberi). Secondo Pierluigi Colombi, direttore finanziario della Pernigotti, “non ci saranno esuberi, ma semplicemente un piano che accompagnerà volontariamente chi intende chiudere la propria carriera e assolutamente in maniera condivisa, sia con i lavoratori che con le istituzioni”.

L’annuncio ha provocato la reazione dei sindacati. “Siamo basiti e anche un po’ arrabbiati – ha dichiarato Pietro Pellegrini, segretario nazionale della Uila, intervenendo al tavolo ministeriale sulla vertenza Pernigotti – tanto che a parte le modalità di comunicazione dell’operazione di acquisizione del ramo gelateria con Optima, ci viene presentato un piano industriale “virtuale”, tutto ancora da costruire, in cui già si parla di esuberi senza alcuna garanzia di crescita della produzione e di investimenti. Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa? Dove sono gli investimenti? Perché due investitori seri come Emendatori e Spes sono stati esclusi? Noi accetteremo solo – ha concluso Pellegrini – un piano industriale espansivo, che tuteli in primis i lavoratori”.

Piero Frescucci, sindacalista della Rsu, ha detto che “su Pernigotti è successo tutto e il contrario di tutto. Serve difendere e puntare su un piano industriale espansivo a tutela in primis dei lavoratori”.

“Siamo preoccupati e delusi – ha affermato Sara Palazzoli, segretaria nazionale della Flai Cgil – sembra di essere tornati indietro al 6 agosto. Si ricomincia, Pernigotti che presenta un’altra azienda, Optima, con un altro accordo, con l’ipotesi di un altro piano industriale del quale oggi abbiamo sentito solo le parole di riduzione del personale e flessibilità. Da preliminari di vendita con i quali si salvaguardava completamente l’occupazione, oggi la situazione sembra addirittura peggiorata con l’aggravante che sono passati altri mesi preziosi per capire il futuro della Pernigotti e dei suoi lavoratori”.

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