Sull’Appennino tosco-emiliano rinascono le cattedre ambulanti

Sull’Appennino tosco-emiliano rinascono le cattedre ambulanti

Attraverso il progetto europeo Life AgriCOlture, avvalendosi delle più recenti tecnologie e conoscenze, coinvolte 15 aziende dimostrative

(AGRA) – Con il progetto Life AgriCOlture tornano in Appennino – con le più recenti tecnologie e conoscenze – le cattedre ambulanti a servizio degli agricoltori e dello sviluppo rurale. Diffuse tra Ottocento e primi decenni del Novecento, le cattedre ambulanti sono state un’istituzione fondamentale per la modernizzazione dell’agricoltura italiana.

“Ieri come oggi – spiegano Matteo Catellani e Francesco Vincenzi, presidenti dei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e Burana, titolari del progetto, partecipato da Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa – hanno l’intento di innalzare il livello della ricerca agronomica tra gli agricoltori, con una particolare attenzione al contesto ambientale e sociale”.

Cosa si propone il progetto Life AgriColture?

“Un’attività di assistenza tecnica alle aziende dimostrative con l’intento di supportarne la transizione verso nuove modalità agronomiche di gestione efficiente della sostanza organica e dunque del carbonio del suolo in una prospettiva di contrasto al cambiamento climatico”.

A cosa è finalizzata l’assistenza tecnica alle aziende?

“Per ripensare il ruolo della zootecnia di montagna nello scenario complesso del cambiamento climatico. Un contesto di transizione altrettanto strutturale di quello vissuto nella fase eroica della modernizzazione agraria di inizio secolo nella quale hanno operato le cattedre ambulanti”.

Come avviene nella pratica l’assistenza alle aziende selezionate?

“Nel concreto – dettaglia Aronne Ruffini, 61 anni, dirigente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e project manager di Life AgriCOlture – mettiamo a disposizione delle 15 aziende dimostrative selezionate tra Parma, Reggio e Modena – un eccezionale team di esperti e consulenti (agronomi, ecologi, pedologi, paesaggisti, esperti di alimentazione animale, ingegneri e tecnici della bonifica) che lavorano in maniera organica e interdisciplinare su questo progetto: a loro il compito di uscite, analisi e confronti periodici con gli agricoltori”.

Se la formazione in campo andrà bene, quali risultati otterrete?

“Riattualizzando il modello della cattedra ambulante che pareva scomparso dovremo essere capaci di costruire un’azione specifica di governance territoriale nuova che potrà essere estesa ai sistemi rurali non solo italiani”.

Tecniche agronomiche più semplici e meno impattanti: un esempio?

“Con la trasemina rigeneriamo un prato vecchio con una semina direttamente su sodo. Come altre tecniche di agricoltura conservativa, contiene i successivi costi di aratura e di spietramento dei campi. Ma soprattutto abbiamo un fondamentale beneficio ecosistemico: la possibilità di mantenere una vita biologica del suolo e di accumulare carbonio riducendo così le emissioni di CO2 in atmosfera. A sua volta, un suolo ricco di carbonio non sarà solo un suolo più fertile, ma anche più efficiente dal punto di vista della ritenzione idrica e dunque, su larga scala, fornirà un apporto sensibile in termini di riduzione del rischio idraulico a valle. In questo senso, le pratiche di agricoltura conservativa che Life agriCOlture propone avranno un ruolo chiave sia in termini di mitigazione che di adattamento al cambiamento climatico.

Ulteriori informazioni sul progetto su www.lifeagricolture.eu

 

CATTEDERE AMBULANTI

“A Parma ancora si ricordano quelle di Antonio Bizzozero e a Reggio quelle di Mario Guardasoni – spiega Luca Filippi, coordinatore tecnico di Life AgriCOlture – perché abbiamo avuto, nei primi decenni del Novecento, due esperienze di cattedre ambulanti di straordinaria importanza per lo sviluppo di una specializzazione zootecnica in Emilia”.

“Rispetto a quello che è oggi il modello dell’assistenza tecnica agli agricoltori – aggiunge Filippi – si può dire che la cattedra ambulante operasse in termini più strutturali, ovvero entro un disegno complessivo di sviluppo socio economico e tecnico scientifico del territorio nel quale confluivano una molteplicità di apporti. Nel caso della Provincia reggiana, per esempio, era evidente un disegno condiviso di sviluppo e modernizzazione dell’agricoltura incentrato sulla specializzazione zootecnica, ma anche vitivinicola, al cui sforzo partecipavano una pluralità di enti – come il Regio Istituto tecnico agrario per la zootecnia, il caseificio diretto da Antonio Zanelli e i nascenti Consorzi di Bonifica – il cui braccio operativo era spesso la cattedra ambulante. Un testo fondamentale nella storia della bonifica integrale reggiana e nazionale come I bacini montani del commendatore Meuccio Ruini, fu pubblicato nel 1912 proprio dai bollettini della Cattedra Ambulante d’agricoltura della Provincia di Reggio Emilia”.

(riproduzione riservata)

 

LE AZIENDE COINVOLTE NEL PROGETTO Life AgriCOlture:

Parma

Azienda Agricola Begani, Palanzano

 

Reggio Emilia

Cooperativa di comunità La valle dei Cavalieri, Succiso Nuovo, Ventasso

Azienda Agricola La Fattoria di Tobia, Gova, Villa Minozzo

Azienda Agricola Le Cornelle, Gova, Villa Minozzo

Azienda Agricola Castellari s.s., Monchio, Castelnovo ne’ Monti

Azienda Agricola Grisanti Spagnolo, Groppo, Vetto

Azienda Agricola Giavelli s.s., Case Gatti, Viano

Azienda Agricola L’Arcobaleno, Cavola, Toano

 

Modena

Azienda Agricola Rossi Daniele e figli, Montecreto

Azienda Agricola Le Capre della Selva Romanesca, Frassinoro

Azienda Agricola Lavacchielli Ermanno, Paullo nel Frignano

Azienda Agricola I Casoni di Trignano, Fanano

Azienda Agricola Agriturismo Casa Minelli, Paullo nel Frignano

Azienda Agricola La Fazenda s.s., Prignano sulla Secchia

Azienda Agricola Bonacorsi e Colombarini, Guiglia