Un imprenditore svizzero rilancia il Castello di Leccia

Un imprenditore svizzero rilancia il Castello di Leccia

Puntando sul Chianti 100% Sangiovese Bio

(AGRA) – Il Castello di Leccia ha una lunga storia, le prime fonti lo fanno risalire al 1077. Poi verso il 1400 sul Castello e gran parte del territorio del Chianti classico si estese il dominio della famiglia Ricasoli. Per arrivare ai giorni nostri, La Leccia passò alla famiglia Daddi il cui ultimo erede, Francesco Daddi, dopo una ristrutturazione dell’intera azienda, decise di cederla a Rolf Sonderegger, un imprenditore svizzero che con la sua Kristler è tra le aziende leader nel campo della produzione di sensori. Un imprenditore illuminato che si è lasciato affascinare dai vini biologici della Leccia attento all’innovazione come mostrano i risultati della Kristler, ma anche alla humanovability e alla valorizzazione delle risorse umane (tra l’altro spesso i manager della Kristler si incontrano alla Leccia per sessioni di team building lavorando insieme i filari).

Per guidare l’operazione di rilancio dell’azienda, che si estende su 170 ettari, di cui 17 a vigneto e 10 ad oliveto, Sonderegger ha chiamato come direttore Guido Orzalesi. Il manager, con un passato di 15 anni a Montalcino alla Altesino, poi dalla direzione generale di questa azienda è andato a riorganizzarne un’altra nell’orvietano di proprietà di Giovanni Incisa della Rocchetta. “Ma mi mancava il Sangiovese – ha sottolineato Guido Orzalesi nel corso di un incontro con la stampa – così quando nel 2019 si aperta la possibilità di tornare a lavorare in Toscana in un’azienda che a mio avviso ha grandi potenzialità ho accettato e mi sono messo al lavoro con entusiasmo con l’obiettivo di qualificare la produzione vinicola, partendo, come è naturale che sia, dal vigneto”.

A questo riguardo c’è da dire che gran parte della precedente gestione era centrata sull’hospitality (12 suite, altre residenze e un ristorante), “attività decisamente interessante – sottolinea ancora Orzalesi – che valorizza la bellezza e la storia del Castello, ma altrettanto importante e sinergica è la qualificazione e il rilancio della produzione del vino puntando su due punti di forza: la produzione biologica e il Sangiovese in purezza”. Sono quattro i cavalli su cui punta La Leccia. Il primo è un Igt toscano principalmente Sangiovese e Malvasia Nera, Syra e Ciliegiolo, un Chianti Classico 100% Sangiovese; arrivano poi “due cavalli di razza” 100% Sangiovese: la Riserva Chianti classico e la Bruciagna Gran selezione, un cru con un passaggio in barriques per 24 mesi di cui si producono in tutto 4.000 bottiglie. Oggi gran parte della produzione, pari a circa 50.000 bottiglie, per il 70% è esportata in Stati Uniti e Nord Europa, mentre un 20% trova collocazione con la vendita in cantina e il restante 10% in Italia nel canale specializzato e nell’alta ristorazione. Un’azienda da seguire nella sua evoluzione e potenzialità di sviluppo.

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