Acqua Santa Croce in bilico tra bando di concessione e Tar

Acqua Santa Croce in bilico tra bando di concessione e Tar

Offerte da presentare entro il 15 dicembre prossimo e per il 21 è atteso il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale

(AGRA) – La Sorgente Santa Croce Spa ha comunicato che, in seguito ad un ricorso presentato insieme alla Italiana Beverage Srl, iI Tar dell’Aquila ha bloccato in via cautelativa la gara bandita dalla Regione Abruzzo per la concessione alla captazione di acqua minerale dalla sorgente Sponga di Canistro, fonte dell’Acqua Santa Croce.

La decisione del Tar è stata adottata in seguito al ricorso in opposizione al bando di gara per la concessione, firmato dalla dirigente regionale Iris Flacco.

I giudici amministrativi hanno ordinato alla Regione di sospendere la valutazione delle domande che possono comunque pervenire entro il 15 dicembre prossimo, in attesa di pronunciarsi sulla sospensiva nell’udienza fissata per il successivo 21 dicembre.

Da parte sua la Regione ha però precisato che il provvedimento del Tar blocca solo l’apertura delle buste senza entrare nel merito del bando.

“Pertanto – spiega la direttrice generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis – dal punto di vista operativo la prescritta interruzione degli effetti della procedura selettiva non riguarda la fase, attualmente in corso, della presentazione delle offerte, per la quale è stato fissato il termine ultimo del 15 dicembre, ma solamente la fase successiva, intercorrente tra detta data e la data di discussione della vertenza inibendo, in quel breve intervallo di tempo, la materiale apertura delle buste e la valutazione delle offerte presentate”.

Gerardis, inoltre, sottolinea che “la decisione del Tar lascia impregiudicata ogni valutazione di merito sulla legittimità del bando, che è rimessa alla trattazione in sede collegiale, ed è volta solo a contemperare i rispettivi interessi contrapposti nella vertenza per cui è causa, nella corrente fase di presentazione delle offerte, relativamente alla quale i termini sono ancora aperti per tutte le ditte intenzionate a partecipare, ivi comprese le società ricorrenti Santa Croce e Italiana Beverage, alla cui esclusiva volontà è rimessa la scelta di partecipazione o meno alla procedura in essere”.

Nel 2015 il Tar, su richiesta del Comune di Canistro, aveva annullato un’analoga gara bandita dalla Regione che era stata vinta proprio dalla Santa Croce, proprietaria dello stabilimento e dell’omonimo marchio.

Nell’istanza presentata ora al Tar, Sorgente Santa Croce e Italiana Beverage hanno evidenziato diversi profili di illegittimità del bando, tra cui l’assenza della Valutazione di impatto ambientale (Via) e del Piano di tutela delle acque che la Regione avrebbe dovuto adottare in via preventiva proprio in ossequio alla sentenza dello scorso anno.

“Purtroppo – sostiene Camillo Colella, proprietario della Sorgente Santa Croce – il pronunciamento del Tar è l’ulteriore conferma delle illegittimità e degli abusi commessi dalla Regione, vicende che noi stiamo denunciando da tempo senza che nessun politico regionale intervenga. La Regione per la seconda volta ha varato una gara non regolare e questo non fa altro che allungare i tempi per l’assegnazione di una nuova concessione”.

La gara è considerata da Regione, Comune e sindacati il passaggio decisivo per consentire la ripresa della produzione con un nuovo piano industriale e con la riassunzione dei dipendenti ad un passo dalla mobilità.

Non potendo più captare l’acqua, l’8 settembre scorso la Sorgente Santa Croce ha infatti avviato la procedura di mobilità per i 75 dipendenti – di cui una cinquantina in cassa integrazione e gli altri al lavoro a rotazione – che, se le cose non cambiano, dovrebbero essere licenziati entro 120 giorni.

Attualmente sulla vicenda ci sono inchieste della Procura della Repubblica di Avezzano, su esposti della Regione e della Santa Croce, e un sequestro amministrativo preventivo di circa 8 milioni di litri di acqua, captata secondo la Regione senza autorizzazione, che i legali di Colella hanno impugnato.
Nel frattempo la Santa Croce ha trasferito la produzione in Molise dove ha un’altra concessione, quella per l’acqua oligominerale Castellina.

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