Il 30 novembre a Roma è SparkleDay

Il 30 novembre a Roma è SparkleDay

Con 70 aziende produttrici di spumanti e oltre 220 etichette da degustare in abbinamento allo street food

(AGRA) – Il ghota della spumantistica italiana si prepara a sbarcare a Roma il prossimo 30 novembre con SparkleDay, evento dedicato alle bollicine promosso dalla rivista Cucina & Vini che quest’anno schiera 70 cantine top con oltre 200 etichette da degustare anche in abbinamento con lo street food: fritti, crudi e cotti di pesce, maritozzi gourmet e molto altro. Un grande banco d’assaggio pubblico all’hotel The Westin Excelsior di via Vittorio Veneto (dalle ore 16.00 alle 22.00), che consentirà ad appassionati, neofiti ed esperti di toccare con mano il variegato panorama degli sparkling wine italiani e anche l’appuntamento annuale per la presentazione della guida Sparkle 2020.
“L’onda crescente del vino spumante italiano – afferma Francesco D’Agostino, curatore della guida e direttore di Cucina & Vini – non accenna ad attenuarsi. Lo scorso anno il nostro Paese ha esportato bollicine per oltre un miliardo e mezzo di euro, pari a circa 390 milioni di bottiglie, e quest’anno le stime si attestano su 1,6 miliardi di euro con quasi 420 milioni di bottiglie. Una situazione direi euforica, specchio del costante incremento della qualità che nelle sue massime espressioni è ormai al top nel mondo. In questo contesto, la nostra storica guida, giunta alla diciottesima edizione, sta diventando, contro ogni previsione, un’icona del Belpaese, in quanto assolve la sua funzione di vademecum per chi vuole districarsi tra le tante varietà di prodotti e i diversi livelli di qualità. Quest’anno, in particolare, su oltre duemilacinquecento assaggi abbiamo selezionato 843 vini, assegnando a 89 di essi le ambite 5 sfere. Ci sono tante conferme, ma anche interessantissime novità”.
E a proposito di novità, Sparkle 2020 guarda anche al vintage e si arricchisce di una nuova sezione dedicata all’assaggio di vini commercializzati molti anni fa.
“Nel caso dei metodo classico – spiega D’Agostino – abbiamo degustato bottiglie a oltre cinque anni dalla sboccatura, mentre nel caso del Martinotti a oltre tre anni dalla fine del processo di spumantizzazione. Tutto ciò per sottolineare che uno degli aspetti legati alla qualità dei vini è proprio quello della longevità e sotto questo punto di vista alcuni nostri spumanti sono straordinari. Quindi se si ha la fortuna di possedere delle bottiglie datate ben conservate, consiglio di assaggiarle perché la sorpresa potrebbe essere indimenticabile”.
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