Industria italiana tra resilienza e rilancio dopo la crisi sanitaria

Industria italiana tra resilienza e rilancio dopo la crisi sanitaria

In una ricerca realizzata da The European House Ambrosetti per Fondazione Fiera Milano

(AGRA) – A seguito della pandemia tuttora in corso, il 70% delle aziende italiane ha registrato un calo di fatturato rispetto allo scorso anno e, di queste, quasi la metà ritiene che il proprio fatturato subirà una flessione superiore al 25% nel 2020. È quanto emerge dalla survey somministrata ai business leader del settore manifatturiero italiano (230 miliardi di euro di fatturato rappresentato, il 22% del fatturato dell’industria manifatturiera) e realizzata per lo studio strategico “Il futuro dell’industria italiana tra resilienza, rilancio dopo la crisi sanitaria globale e competitività di lungo periodo” predisposto da The European House Ambrosetti per Fondazione Fiera Milano e presentato a settembre a Cernobbio.

Lo studio mette in evidenza che è fondamentale per l’Italia riportare i temi dell’industria al centro del dibattito strategico dell’Agenda d’azione nazionale, riscoprendone il ruolo, le valenze profonde e promuovendo le filiere di competenze e di “saper fare” distintivo del Paese. L’industria manifatturiera è da sempre un asset fondamentale per la crescita dell’Italia. Il processo di lavorazione e trasformazione di prodotti e beni di consumo coinvolge quasi mezzo milione di imprese, per quasi 4 milioni di occupati e 267 miliardi di euro di valore aggiunto. I consulenti di The European House Ambrosetti hanno calcolato che, per ogni euro investito nell’industria italiana, se ne generano 2,1 per il sistema Paese, grazie alle interconnessioni produttive con tutte le altre attività economiche. Permangono, però, alcune grandi questioni di fondo che “zavorrano” il potenziale dell’industria italiana: rallentamento della produttività (negli ultimi 20 anni la produttività in Italia è rimasta ferma, contro una media del +20% circa dei competitor internazionali); funzionamento poco efficace della Pubblica Amministrazione (le imprese che operano in Italia sono le meno soddisfatte in Europa per qualità della Pubblica Amministrazione); ecosistema dell’innovazione ancora poco dinamico (l’Italia investe l’1,39% del Pil in R&S, mentre l’obiettivo europeo è il 3% a fine 2020); diffusione di una cultura antindustriale e progressivo impoverimento delle relazioni tra l’industria e le parti sociali. Il report completo è a disposizione a questo link:

https://www.ambrosetti.eu/ricerche-e-presentazioni/il-futuro-dellindustria-italiana-tra-resilienza-rilancio-dopo-la-crisi-sanitaria-globale-e-competitivita-di-lungo-periodo/

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