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Francesco Saverio Nitti: un’intervista immaginaria
7,00€
Descrizione
Strano destino quello di Francesco Saverio Nitti: dopo aver dominato la vita politica ed economica del suo tempo è in qualche modo finito nell’oblio. Diversa la sorte riservata a suoi contemporanei come gli amici esuli Sturzo, Modigliani, Salvemini o i Rosselli, Gobetti e Amendola. Il lavoro dell’autore, Gian Carlo Marchesini, ha quindi innanzitutto il merito di contribuire a recuperare la giusta attenzione sulla figura dello statista.
Nel libro, realizzato attraverso un’intervista che l’autore immagina di realizzare nella villa di Maratea dove il presidente, ormai 84enne, soggiornava l’estate, viene delineata la figura dello statista meridionale che fu giornalista, intellettuale, docente universitario, ministro, presidente del Consiglio e candidato per ben due volte al Premio Nobel per la Pace.
Scorrendo le pagine del libro ci si accorge della grande attualità del pensiero del Nitti meridionalista. Ma il meridionalismo di Nitti non fu mai ideologico, mai velleitario, ma sempre fondato su lucide analisi e comportamenti pragmatici. Così come quando, dovendo provvedere alla dotazione di energia elettrica per sviluppare l’industria napoletana, non esitò, dopo aver verificato gli scarsi risultati dell’Ente Volturno, a stabilire accordi con le industrie elettriche private. Un politico, quindi, ma di grande realismo tale atteggiamento fu alla base di importanti interventi legislativi e di riorganizzazione della macchina statale realizzati da Nitti a capo del ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio. Nel 1912 si costituiva l’Ina, il primo ente pubblico distinto dallo Stato. Sempre nel 1912 si costituì il Corpo Forestale, quindi fu definito il nuovo regolamento per le Borse di commercio e si varò la riforma degli Istituti superiori e inferiori di studi commerciali. Ma Nitti non aveva solo il dono della concretezza, ma anche quello della lungimiranza. Non sfugge al lettore la voglia dell’autore dell’intervista immaginaria di sollecitare Nitti su un giudizio sull’industrializzazione in Basilicata con la Fiat a Melfi per mettere in evidenza la grande attualita del pensiero dello statista. Oggi Melfi, il petrolio, il Materano, l’ambiente e il turismo di qualità sono realtà, ma al tempo di Nitti in pochi vi avrebbero scommesso. La stessa tenace difesa dell’industrializzazione dell’area napoletana e dello sviluppo conseguente del porto, il primo in Europa per trasporto di uomini ed emigrazione, si fondava su un’analisi economica e su una scrupolosa ricerca dei dati sintetizzati nel libro “La città di Napoli”‘ in cui notava che la provincia partenopea disponeva di una forza motrice inferiore a quella di Como e i depositi bancari erano una quindicesima parte di quelli di Milano. Così “l’eroico intellettuale-imprenditore di spirito calvinista”, come lo definiva con ironia affettuosa Giustino Fortunato, argomenta le ragioni dell’industrializzazione: “Nessuna, città, regione, popolazione può permettersi di restare esclusa da un processo di produzione di beni, o di trasformazione dei prodotti, o di realizzazione di qualificati servizi, o di una mescolanza virtuosa delle tre forme di attività. Ozio, disoccupazione, inedia sono la fonte di tutti i mali: qualsiasi occupazione, anche a condizioni durissime, costituisce un punto solido di partenza, senza del quale non è possibile costruire alcun percorso di crescita, emancipazione, autonomia, maturazione, ricchezza individuale e collettiva”.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,5 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
Pagine |
Recensioni
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