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Food & beverage: 55 le aziende che hanno già aderito a BEE, la piattaforma digitale per i buyer delle Pmi
Vincenzo Piro, amministratore delegato di Aries More: “In ogni momento, circostanza e contesto è possibile configurare un piano di acquisti e approvvigionamento di prodotti italiani”
(AGRA) – In un contesto economico caratterizzato da sfide e criticità – dai conflitti sociali e politici alle calamità naturali, fino a crisi sanitarie come quella scatenata dal Coronavirus Covid-19, le piccole e medie imprese si trovano a non essere rappresentate e tutelate da istituzioni, associazioni di categoria, organizzatori fieristici e dunque a operare nell’incertezza. In loro aiuto e a sostegno del Made in Italy arriva la campagna internazionale, promossa da Aries More, che ha ideato l’innovativa piattaforma BEE volta a creare un processo di acquisto immersivo, “BEE for Italy”. A pochi giorni dal lancio della campagna, l’amministratore delegato di Aries More, Vincenzo Piro, sottolinea che “in ogni momento, circostanza e contesto è possibile configurare un piano di acquisti e approvvigionamento di prodotti italiani”.
In che modo la campagna “Bee for Italy” mira a sostenere le PMI italiane e quante di queste nel settore food & beverage hanno aderito all’iniziativa?
Sosteniamo le PMI italiane attraverso la nostra campagna “BEE for Italy” rassicurando gli acquisitori che le aziende, in questo momento di forte crisi, comunque ci sono, come anche i loro prodotti, che viaggiano senza problemi. Vogliamo dire con forza ai buyer di 72 Paesi con i quali lavoriamo con la piattaforma BEE che la produzione non è ferma e che quindi distributori e punti vendita possono approvvigionarsi. Stiamo organizzando a tal proposito dei voli charter per raggiungere i Paesi dell’Asia Pacific, ma anche gli Usa. Riguardo le PMI italiane del food & beverage che hanno aderito all’iniziativa sono ad oggi 55.
Quali Paesi risultano maggiormente interessati al food & beverage italiano?
Maggiore sensibilità la riscontriamo a Singapore, in Corea del Sud, Hong Kong, Shanghai e Nuova Delhi sul fronte asiatico; a New York, Miami e San Francisco su quello Usa.
A cosa si deve la scelta di “BEE” di puntare sulle PMI?
I nostri acquisitori cercano un livello qualitativo dei prodotti elevato, e che non sia destinato al mass market. Questi sono requisiti che solo le PMI possono rispettare, fornendo prodotti in linea con la storicità del territorio e delle aziende ad esso correlate. Il tutto a tutela del brand, del prodotto e del prezzo. E questo vale per tutte le categorie di prodotti presenti su BEE, che ci tengo a precisare non essere una vetrina, ma rispondere a delle precise domande poste dal buyer attraverso un sistema d’intelligenza artificiale che profila aziende e prodotto in linea con le richieste.
Quali prodotti del food & beverage, disponibili sulla vostra piattaforma, sono maggiormente richiesti?
Diciamo che la richiesta principale rimane il food & beverage nel suo complesso. Questo perché il distributore, in fase di acquisto, è un singolo. E questo è un dato rilevante poiché lo stesso ha poi modo, sulla base delle risposte a lui fornite da BEE, da un solo prodotto di vedere profilata un’intera filiera. In merito alla domanda specifica, posso affermare che vi sia un equilibrio tra i prodotti: nessuno prevale su un altro. E questo proprio per il processo di acquisto appena esposto.
Un sistema innovativo come BEE in che modo affronta l’emergenza globale in atto?
Non arrendendosi e rispondendo con forza a questa grave crisi. Attraverso BEE l’Italia sta importando dall’Asia mascherine, termometri, termoscanner e quant’altro sia necessario alle strutture sanitarie, ma non solo, per affrontare l’emergenza. Nonostante tutto, siamo positivi. Da oggi e da questa grave situazione BEE e il suo team sono certi ripartirà il futuro.
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