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Come esportate il bio negli Usa
Ricerca di Nomisma per la nascita di Itabio, piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione
(AGRA) – Secondo partner commerciale per l’Italia nel food & beverage e primo al mondo per import agroalimentare e consumo di prodotti biologici, gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più promettenti per il bio Made in Italy. È quanto emerge dai risultati dell’analisi condotta da Nomisma e illustrata nell’ambito della presentazione di ITA.BIO, la prima piattaforma online di dati e informazioni a supporto dell’internazionalizzazione del biologico Made in Italy promossa da Ice e FederBio e curata da Nomisma.
L’export bio registra performance molto positive, addirittura superiori a quelle dell’export agroalimentare nel suo complesso. Nel 2020, infatti, le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 2,6 miliardi di euro, ossia l’8% in più rispetto al 2019, una crescita maggiore rispetto all’export agroalimentare complessivo che si è fermato a +3,5%. Un significativo sviluppo confermato anche dalla crescita di lungo periodo: l’esportazione italiana di prodotti bio è aumentata infatti del 149% rispetto al 2010.
Ma quali sono i fattori che determinano il successo dei prodotti bio sui mercati internazionali: secondo Nomisma, in primis c’è la notorietà del brand (32%), poi le garanzie di sicurezza (31%), la qualità organolettica (30%), il prezzo (29%). Un peso significativo assume anche l’origine italiana (25%). I risultati del sondaggio di Nomisma indicano un marcato interesse per il biologico da parte dei consumatori statunitensi.
Secondo l’analisi dell’istituto di ricerca di Bologna, quasi 9 famiglie su 10 (89%) hanno consumato un prodotto alimentare o una bevanda a marchio bio nel 2020, quota cresciuta rispetto al 2016, quando era pari all’82%. Tra gli altri fattori che fanno degli Stati Uniti un mercato ad alto potenziale per il biologico vi è l’elevato numero di heavy user, ossia coloro che consumano bio almeno una volta a settimana, che rappresentano il 40% del totale, e la forte espansione del consumo di prodotti bio anche al di fuori del contesto domestico: il 76% degli americani, infatti, ha consumato prodotti bio o piatti a base di ingredienti biologici anche nel canale fuori casa almeno una volta nell’ultimo anno.
I CANALI DI ACQUISTO
Nomisma ha indagato anche sui canali d’acquisto, domandando agli statunitensi in quali punti vendita acquistano prodotti bio e rilevando che il 26% sceglie la grande distribuzione (online e offline), il 25% i negozi specializzati in prodotti biologici (online e offline), mentre il 14% preferisce rivolgersi direttamente al produttore. Nel complesso, secondo l’analisi, il 41% dei consumatori compra cibo biologico online, prediligendo consegna a domicilio (65%) e click&collect (25%).
POSIZIONAMENTO DEL BIO ITALIANO RISPETTO AI COMPETITOR
Se gli statunitensi sono molto interessati agli alimenti di origine biologica, lo sono ancor di più quando questi provengono dal nostro Paese. In particolare, dall’analisi Nomisma, emerge che gli Usa posizionano l’Italia al primo posto nella top 5 per l’origine di qualità dei prodotti alimentari e il tricolore si conferma al primo posto anche quando si parla di biologico: secondo il 26% dei consumatori, infatti, siamo il Paese straniero con gli alimenti bio di maggiore qualità, tanto che 8 persone su 10 sono disposte a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del Made in Italy nel bio. Nello specifico, vino, olio extra-vergine e pasta rappresentano gli alimenti biologici per i quali l’origine italiana è più importante.
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