Governo verso la distribuzione, poche idee e anche confuse

Governo verso la distribuzione, poche idee e anche confuse

La politica degli annunci di questo Governo, ogni volta che interviene in economia, non risolve i problemi, ma nello stesso tempo ne crea. Un caso emblematico è la questione delle aperture domenicali. Già nel 2018 il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio aveva annunciato che il Governo avrebbe messo mano a una regolamentazione delle aperture nei giorni festivi e consentito l’apertura delle strutture commerciali solo per 8 domeniche l’anno; dopo una sollevazione non solo della distribuzione, ma anche dei consumatori, il Governo ha fatto marcia indietro e ha presentato a febbraio 2019 una nuova proposta che vede salire a 26 le aperture domenicali, allargando anche le maglie con una serie di eccezioni (città turistiche, centri storici, piccoli esercizi). La nuova proposta è destinata però a creare ulteriore confusione: intanto chi definisce che una città è turistica? Solo per fare alcuni esempi, Bergamo è una città turistica? Sicuramente nel corso dell’anno è visitata da più turisti di quanti ne accoglie una città come Olbia, che però è frequentata dai turisti quasi esclusivamente d’estate. Inoltre è evidente che tra un comune e un altro non è che esistano confini invalicabili per cui il comune “non turistico” in cui insiste un centro commerciale sarebbe penalizzato dall’apertura domenicale di un centro commerciale presente in un comune “turistico”.

Insomma, la confusione è totale e, come spesso avviene, a fronte di un nulla di fatto (il ministero ha deciso di programmare una serie di incontri e consultazioni con le organizzazioni del commercio, della distribuzione e i sindacati che forse sarebbe stato il caso di sentire prima di annunciare provvedimenti) gli effetti nell’economia e nel mondo del lavoro si sono già sentiti; così nell’incertezza numerosi contratti a tempo determinato non sono stati rinnovati. In definitiva mentre l’economia ha bisogno di un quadro di regole precise e definite, l’intervento del Governo sembra essere ispirato da un “massimalismo parolaio” che produce solo confusione.

Altro segno dell’approssimazione degli interventi del Governo è la vicenda dei “riders”, che Di Maio vorrebbe disciplinare come lavoratori subordinati. Tra l’altro, alla confusione del Governo si aggiunge quella dei Tribunali che in alcune sentenze hanno individuato per i “riders” la fattispecie del lavoro subordinato, mentre in altre questa è stata respinta. Ora è evidente, e qui apriamo un discorso generale, che chi voglia investire in Italia ci pensi due volte e chi già lo ha fatto (vedi il caso di Foodora) decida di battere in ritirata lasciando i suoi “riders” senza lavoro (subordinato o meno che sia).

Sergio Auricchio

auricchio@agraeditrice.com