Sicilia: l’industria chiede agli allevatori di fatturare il latte di dicembre a un prezzo inferiore all’accordo

Sicilia: l’industria chiede agli allevatori di fatturare il latte di dicembre a un prezzo inferiore all’accordo

Con una riduzione di non meno di 1,5 centesimi di euro al litro. Appello del Diprosilac all’Assessore Regionale dell’Agricoltura

(AGRA) – In piena campagna, mentre si cerca di far fronte, tra mille difficoltà e tante peripezie, agli effetti sempre più devastanti della pandemia in corso, riprendono i balletti dei prezzi che determinano lo sconvolgimento di ogni programma aziendale. Dopo il ritardo delle piogge con effetti negativi della prolungata siccità dello scorso anno, i problemi per gli allevatori siciliani non finiscono mai.

Nonostante il prezzo dei mangimi subisca l’aumento determinato dall’aumento delle principali materie prime utilizzate per la loro preparazione (soia, aumento dal 20 al 25%; mais, aumento dal 18 al 22%; cruscame aumento non inferiore al 20%), vale a dire non inferiore al 20%, contemporaneamente alcune delle industrie che ritirano il latte hanno chiesto ai produttori la fatturazione del latte fornito nel mese di dicembre con un prezzo ridotto unilateralmente e in maniera inappellabile, mediamente non meno di 1,5 centesimi di euro al litro.

È venuto così a crollare il rispetto dei prezzi concordati. Alla luce di ciò il Distretto Diprosilac ha elaborato un documento fatto pervenire all’Assessore Regionale dell’Agricoltura, Toni Scilla. E non solo per riferire sulla situazione in atto e sul disagio degli allevatori ma anche per proporre degli interventi ben precisi per i quali è stato chiesto di poter concordare la convocazione del “tavolo tematico della filiera della zootecnia da latte” il cui coordinamento è affidato allo stesso Distretto.

“Abbiamo sollecitato l’assessore Scilla – afferma Enzo Cavallo, presidente del Diprosilac – affinché disponga i necessari controlli ed eventualmente chiami in causa il garante per la sorveglianza dei prezzi per arginare eventuali fenomeni speculativi a danno dei soggetti più importanti ma anche più deboli della filiera: i produttori ed i consumatori”. (Mario Liberto)

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